Il primo proprietario registrato della Sindone
Geoffroy I de Charny (1300-1356 circa), noto anche come Geoffroi de Charny o Geoffroy de Charney, fu un cavaliere francese famoso per la sua cavalleria, il servizio militare e il legame con la Sindone di Torino.
Scrisse un trattato sulla condotta cavalleresca e sugli ideali della cavalleria nel Libro della cavalleria, pubblicato nel XIV secolo. Quest'opera fornisce una visione delle aspettative e dei valori dei cavalieri medievali, sottolineando l'onore e la lealtà.
Geoffroy fu una figura rispettata nella Francia medievale, servendo come portatore dell'Oriflamme (lo stendardo reale) e combattendo nella Guerra dei Cento Anni prima di morire eroicamente nella Battaglia di Poitiers nel 1356.
Geoffroy I de Charny e la Sindone di Torino
Geoffroy I de Charny e i suoi discendenti non hanno mai detto come sono entrati in possesso della Sindone e i viaggi della Sindone prima che arrivasse alla famiglia de Charny sono discussi.
Alcune teorie suggeriscono che la Sindone si trovasse a Costantinopoli prima della Quarta Crociata (1204), forse come Mandylion o Immagine di Edessa, e che in seguito sia stata portata in Francia.
Papa Innocenzo III condannò il saccheggio di Costantinopoli, la profanazione dei siti cristiani e il furto di reliquie. Molte reliquie rubate furono trasportate a Venezia e in Francia. Ciò approfondì la divisione tra la Chiesa ortodossa orientale e la Chiesa cattolica romana, rendendo quasi impossibile la riconciliazione.
Intorno al 1353, Geoffroy I e sua moglie, Jeanne de Vergy, ha esposto un panno con l'immagine di un uomo che aveva subito ferite da crocifissione. Questa tela è stata esposta in una chiesa di Lirey, una piccola città nel nord-est della Francia. Si ritiene che Jeanne fosse una discendente di Othon de la Roche, il cavaliere francese che divenne signore di Atene dopo il sacco di Costantinopoli durante la quarta crociata.
Il Papa si fa coinvolgere
L'esposizione della Sindone a Lirey attirò l'attenzione e alcune autorità ecclesiastiche ne misero in dubbio l'autenticità. Papa Clemente VII (un papa avignonese) non la denunciò del tutto, ma ne permise l'esposizione come oggetto di devozione, a condizione che non si sostenesse che fosse il vero telo funerario di Gesù.
Eredità
Dopo la morte di Geoffroy I, la Sindone rimase per qualche tempo presso la sua famiglia. Alla fine, fu trasferita a Casa Savoia, portando al suo trasferimento a Torino, dove si trova oggi.
Il coinvolgimento di Geoffroy Ide Charny con la Sindone rimane un tassello fondamentale della sua storia, segnando l'inizio del suo documentato viaggio attraverso l'Europa. Il possesso del telo da parte della sua famiglia ha alimentato secoli di discussioni sull'autenticità e sulle origini della Sindone.
Da portare via
Né Geoffroy I de Charny né i suoi discendenti hanno mai spiegato come la loro famiglia sia arrivata a possedere la Sindone di Torino. Perché pensate che abbiano voluto mantenere il segreto?